SUA MAESTA' IL CANNOLO!



Dopo un anno di sessualmentemangiando, ma più sessualmente che mangiando, non potevo non introdurvi una rubrica culinaria che ho voluto chiamare "La forma del desiderio" dove il doppio senso e' di casa ed i vostri raffinati palati saranno solleticati da forme che ricorderanno alcune parti anatomiche del nostro corpo ma anche andremo a curiosare sulle varie storie e leggende che si nascondo dietro molte pietanza tradizionali.

Per questa ricorrenza ho selezionato un dolce altamente ambiguo e prelibato dove ho avuto l'onore di avere ospite Francesco Rametta un amico siciliano che ha sviluppato apposta per l'occasione un reportage fotografico sul soggetto in questione e che qui sotto ho anche intervistato:



S - Quanti tipi di cannoli ci sono?


F - Fondalmente sono due:
     uno ripieno semplicemente di ricotta lavorata e uno in cui si aggiungono
     canditi e scagliette di cioccolato.
     Poi ci sono anche quelli ripieni di cioccolato e crema.

S - E’ vero che esistono anche quelli da passeggio?


F - Quello in cu la cialda si ricopre di cioccolata?


S - Si! Ricordavo che me ne avevi parlato.

     La cialda interna vero?


F - Si!

     ma non sono tradizionali!

     anzi i puristi proprio li detestano


S - Ah ok, mai contraddire un purista, però sarebbero comodi contro                   l'ammosciamento durante l’asporto…


F - Poi ci sono i cannoli di Piana degli albanesi in formato XL

     e i cannolicchi che sono mignon


S - Apperò!

     Per tutti i gusti insomma.


photo by Francesco Rametta

Secondo una leggenda la nascita dei cannoli sarebbe avvenuta a Caltanissetta, "Kalt El Nissa" locuzione che in arabo significa "Castello delle donne", a quei tempi sede di numerosi harem di emiri saraceni.
L'odierno cannolo siciliano avrebbe dunque antiche origini, anche se nei secoli ha subìto diverse trasformazioni, e il suo antenato potrebbe essere stato un dolce a forma di banana, ripieno di ricotta mandorle e miele.
L'ipotesi più accreditata sarebbe quella che le favorite dell'emiro, per passare il tempo, si dedicassero alla preparazione di prelibate pietanze, in particolare di dolci e in uno dei tanti esperimenti culinari avrebbero "inventato" il cannolo, allusione evidente alle "doti" del sultano.
 
Un'altra fonte, invece, tramanda che i cannoli siano stati preparati per la prima volta in un convento sempre nei pressi di Caltanissetta.
Si racconta che in occasione del Carnevale le monache "inventarono" un dolce formato da un involucro ("scorcia") riempito da una crema di ricotta e zucchero ed arricchito con pezzetti di cioccolato e granella di mandorle (cucuzzata).
Sia che si tratti di suore o concubine, "queste donne, rese diverse dal voto di castità, probabilmente nel loro intimo non lo erano così tanto di fronte al piacere voluttuoso offerto dal magnifico dolce".
Di certo sappiamo che le sue radici risalgono alla dominazione araba in Sicilia (dal 827 al 1091).
 
L'ipotesi sull'origine del sublime cilindro di ricotta, stimolante per il gusto ed accattivante per le interpretazioni tra sacro e profano, è descritta dal duca Alberto Denti di Pirajno, cultore di gastronomia. In "Siciliani a tavola", il duca sostiene che il cannolo sarebbe stato inventato dalle abili mani delle suore di clausura di un convento nei pressi di Caltanissetta. Per l'esattezza, si legge: "Il cannolo non è un dolce cristiano, ché la varietà dei sapori e la fastosità della composizione tradiscono una indubbia origine mussulmana".
La tesi è verosimile in quanto alla fine della dominazione araba in Sicilia, coincisa con l'arrivo dei Normanni, gli harem si svuotarono, e una o più donne ormai libere, convertitesi al Cristianesimo, entrarono in convento. Qui potrebbero avere riprodotto alcune delle ricette con le quali avevano sedotto le corti degli emiri, trasmettendole in seguito a "quelle sante ancelle del Signore sino a noi poveri peccatori". E ciò spiegherebbe l'esistenza di un legame tra le due leggende.

Un Anonimo siciliano riportato dal Pitrè cantò così le lodi di questo straordinario dolce:

"Beddi cannola di Carnalivari
Megghiu vuccuni a lu munnu 'un ci nn'è:
Su biniditti spisi li dinari;
Ognu cannolu è scettru d'ogni Re.
Arrivinu li donni a disistari;
Lu cannolu è la virga di Mosè:
Cui nun ni mangia si fazza ammazzari,
Cu li disprezza è un gran curnutu affè!"

Si tratta di un dolce, in tutto e per tutto siciliano, anche nei forti contrasti: nei colori, nel profumo, nel sapore, nella consistenza, e dall'intrigante forma cilindrica, conservatasi nel tempo.  

 Giuseppe Coria evidenzia in uno studio sul rapporto tra la geometria e la simbologia che il suo aspetto rappresenterebbe la forma fallica. 
Il cannolo dunque esprimerebbe, un significato di fecondità, di forza generatrice, e di allontanamento delle influenze maligne.
 






Cannolo: Istruzioni per l'uso


photo by Francesco Rametta


 Lui ti guarda...

e tu dapprima abbassi lo sguardo,

poi di sbieco lo scruti con timore e poi con ardore.



photo by Francesco Rametta

Affondi la bocca,

poi a colpi di lingua un po' a pennello e un pò a cucchiaio,

lo lecchi di lato, in centro e su tutte le piege cavernose.


photo by Francesco Rametta

Alla fine rimane Lui, 

la vetta più ambita,  ripiena del nettare degli dei che così tanti generò.

Non sprecarne una sola goccia perchè alla fine rimangono solo le briciole...


photo by Francesco Rametta







E per brindare vi ho scelto un calice del "nettare degli dei",

Lo Zibibbo!

Il profumo è tipico, gradevole e fruttato, con note di mandorla, albicocca e zagara. 
Il sapore è caratteristico di moscato, dolce, aromatico e con un tipico retrogusto di mandorla; vino di gran corpo, lo Zibibbo lascia in bocca un finale aromatico ed elegante.

Lunga vita al blog!







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